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La Lucania, una piccola regione arcana ed
antica di circa 600.000 abitanti che, come altri
contesti popolari, riduttivamente si potrebbe immaginare
come un luogo anonimo e silenzioso, ma che invece si fa
messaggero di inconfutabili tracce di un passato intriso
di storia segreti e tradizioni,
come le vicende sui briganti
che qui, difensori della libertà e dignità di popolo
ingiustamente egemonizzato, furono testimoni
narranti del conflitto contro
la monarchia sabauda e gli invasori piemontesi e come la
peculiarità di una tradizione enogastronomica che
conserva la genuinità e la particolarità di una cultura
tipicamente mediterranea. La Lucania terra di luce e
lupi dove ogni passo si confonde
tra fitte boscaglie e paesaggi dal suggestivo impatto
visivo ed olfattivo, gravida di prolifici castagneti, è
il regno di una sviluppata viticultura, dove padroneggia
il vitigno Aglianico. |
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Dell'incerta origine della
sua denominazione L'Aglianico non fa mistero, ma trae
comunque da una discendenza Greca successivamente da
quella spagnola, ma ancor prima di tutto questo,
dall'epoca romana per il ritrovamento di un torchio e di
monete raffiguranti il Dio del vino Dionisio,
l'importanza e la grandezza di un prodotto prestigioso
unico ed autoctono.
Come in tutti i contesti,
dove la convivialità, l'ospitalità e la vita
relazionale, sono lo specchio della cultura e della
civiltà di un popolo, il vino, rappresenta il padrone
indiscusso della tavola, ed è in questo scenario che si
inserisce il connubio di amore e passione di un giovane
produttore, Saverio Catalano, che all'antica tradizione
unisce un'immagine più innovativa ed una maggiore cura
dei dettagli, portando su quella stessa tavola un
prodotto di cui, pur conservando dell'Aglianico la
stuttura robusta ed il sapore armonico, ne esalta
morbidezza ed amabilità degli intensi e gradevoli
sentori di frutti rossi dall'avvolgente impatto
sensoriale |